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Lettera del Direttore gennaio 2022 – “Se metti Dio al primo posto, tutto il resto andrà al posto giusto!”

Cari ragazzi, cari genitori, cari professori,

buon anno a tutti voi!

Prima di tutto, desidero augurare a tutti voi e alle vostre famiglie che – specialmente quest’anno – siate accompagnati da una speranza forte, capace di affrontare le durature sfide che stiamo vivendo. Su tutte, più forte della pandemia, è una certa sfiducia mista indifferenza, tipica delle crisi storiche nelle quali non si intravede la fine.

In questi giorni è quasi impossibile scorrere le news del momento, i topics dell’attualità mondana, senza notare il ricorrente discorso circa un recentissimo film intitolato Don’t look up! Al di là della critica cinematografica, la trama presenta la tragicomica storia di due scienziati che si trovano a dover avvisare l’intero pianeta dell’imminente pericolo di impatto letale con un meteorite in arrivo. Si susseguono una serie di incontri, dai più alti livelli della politica ai salotti e passanti, nei quali vengono derisi e tacciati di malaugurio. In uno degli ultimi passaggi, il protagonista riflette sommesso sul fatto che “se ci pensate, noi abbiamo veramente tutto”, e questo (spoiler in arrivo, attenzione!) non basterà ad evitare il peggio, anzi sarà forse la causa dello stordimento che impedirà di reagire alla minaccia in modo opportuno.

Non ci salverà quello che abbiamo messo da parte o che crediamo di avere, se non diventerà un bene per tutti. Ci ha ricordato Papa Francesco, alla fine del 2021, che «dopo una prima fase di reazione, in cui ci siamo sentiti solidali sulla stessa barca, si è diffusa la tentazione del “si salvi chi può”. Ma grazie a Dio abbiamo reagito di nuovo, con il senso di responsabilità. Veramente possiamo e dobbiamo dire “grazie a Dio”, perché la scelta della responsabilità solidale non viene dal mondo: viene da Dio; anzi, viene da Gesù Cristo, che ha impresso una volta per sempre nella nostra storia la “rotta” della sua vocazione originaria: essere tutti sorelle e fratelli, figli dell’unico Padre»

In quest’ottica di gratitudine a Dio, appena celebrata nel Natale, provo a cucire insieme alcune parole importanti per questo nuovo anno, che lascio come rotta di cammino per quanti scelgano di viverle insieme a noi.

La prima parola che deve illuminarci è SPERANZA. Il nostro Rettor Maggiore, don Angel Fernandez Artime, ha scritto una bella lettera sul tempo che dobbiamo cominciare a preparare per il post-pandemia: «Le cose saranno diverse e noi le vogliamo diverse. […] Abbiamo bisogno di un sogno di una nuova vita che diventi realtà, perché il compito è arduo e durerà a lungo. Non richiede improvvisazioni ma la sicurezza di una testimonianza, la gioia della nostra speranza […] I giovani, che non possiamo lasciare soli (mai, ma ancor meno ora!), ci aspettano, a braccia aperte, per vivere ancora una volta la loro vita, con la forza di un amore capace di superare tutto, perché in tutto questo, solo l’amore può trionfare! Dobbiamo sognare di nuovo il sogno dei giovani».

La Speranza non è semplice ottimismo o un’utopia fra le tante: è dare ragione allo Spirito di Dio nella nostra vita, essere “inquieti” e non uniformarsi alla realtà, ma contribuire perché le cose tornino a come Dio le ha pensate nel crearci.

La seconda parola è PACE, e qui passo il testimone a Papa Francesco, che nel messaggio per la 55a giornata mondiale per la Pace (1 gennaio 2022), ricorda che «in ogni epoca, la pace è insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso. C’è, infatti, una “architettura” della pace, dove intervengono le diverse istituzioni della società, e c’è un “artigianato” della pace che coinvolge ognuno di noi in prima persona. Tutti possono collaborare a edificare un mondo più pacifico: a partire dal proprio cuore e dalle relazioni in famiglia, nella società e con l’ambiente, fino ai rapporti fra i popoli e fra gli Stati. Vorrei qui proporre tre vie per la costruzione di una pace duratura. Anzitutto, il dialogo tra le generazioni, quale base per la realizzazione di progetti condivisi. In secondo luogo, l’educazione, come fattore di libertà, responsabilità e sviluppo. Infine, il lavoro per una piena realizzazione della dignità umana. Si tratta di tre elementi imprescindibili per “dare vita ad un patto sociale”, senza il quale ogni progetto di pace si rivela inconsistente».

La Pace, dunque, non è il frutto del quieto vivere, ma il frutto di un lavoro continuo e coinvolgente.

La terza parola è GENERARE: senza speranza non si tenta di costruire la pace, e senza pace né speranza non si “coltiva” la vita, ma si sopravvive soltanto. Tutti siamo chiamati a generare, perchè questo è il frutto non tanto di un fatto biologico quanto del sentirsi responsabili nel desiderare la vita degli altri, nel dare la vita per gli altri. E’ bellissimo che all’inizio di ogni nuovo anno la Chiesa festeggi Maria Madre di Dio: mettiamo nelle Sue mani materne tutto quello che succederà, perchè una madre è madre sempre, e Maria più di ogni altra donna e madre, attraversa costantemente il travaglio di dare vita alla Chiesa, alle nostre comunità, ai nostri giovani. È questa la protezione di cui abbiamo bisogno. Penso a quante preghiere e intenzioni di mamme raccolgo ogni settimana nei colloqui… immagino che Maria le custodisca tutte e le accompagni.

Don Bosco, il cui ricordo si fa più forte ogni gennaio, e che ci aspetta nella festa di fine mese, è stato un santo perchè ha guardato al suo presente con speranza, è stato un artigiano di pace, soprattutto attraverso l’educazione e il lavoro, e ha saputo generare vita: il fiorire delle sue opere ancora oggi lo dimostra.

All’inizio di questo nuovo anno, pur in mezzo a tante sfide, sarebbe il primo a dirci “Look up!… alzate lo sguardo al Cielo, non ripiegatevi sulle piccole cose ma sognate il sogno di Dio per i giovani di oggi!”. Ripartiamo sotto il suo sguardo paterno con slancio, lasciamo che il Signore possa essere il Dio della nostra vita e vedremo tutto il resto prendere il peso e il posto giusto.

Buon nuovo anno a tutti!

Don Fabio Francesco Mamino – Direttore

Ricordiamo, in questo mese:

  • l’open day della scuola media nel mattino del 15 gennaio
  • la scadenza per le domande di servizio civile per l’anno 22/23: siamo sempre in cerca di giovani generosi!!
  • i festeggiamenti per don Bosco: il 30 gennaio in Duomo per le famiglie (contesto permettendo), il 31 gennaio al San Lorenzo per la scuola media e i licei.