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Festa di Don Bosco 2023

Un santo, un padre acquisito, un uomo straordinario, che morì il 31 gennaio 1888 lasciando una scia di luce per tutti i giovani del mondo e che ogni anno nel giorno della sua morte si riuniscono per ricordarlo nella gioia.

Al San Lorenzo tutto parla di Don Bosco, soprattutto nel giorno in cui lo si festeggia. I ragazzi delle medie hanno trascorso la mattinata immersi in un grande gioco fatto di stand, laboratori e attività, secondo lo stile allegro e impegnato del Santo. Non può mancare il panino al salame prima della messa, che i chierichetti e il coro hanno animato con gioia.

Al liceo una combattuta gara delle torte ha visto molti liceali ma anche nonne e parenti partecipare per vincere il concorso annuale del dolce più buono e bello. Due gonfiabili enormi e tanti balli sono stati l’oggetto di sfida tra compagni di classe che, oltre ad essersi divertiti, hanno anche avuto la possibilità di interagire con l’intelligenza artificiale e la realtà virtuale, grazie ad ospiti invitati per l’occasione.

Tombole, partite a scacchi, calcetto e ping-pong alternate a panini al salame e tante risate hanno seguito la Messa del liceo, un momento di riflessione molto forte per insegnanti e studenti. La mattinata del liceo si è conclusa con premiazioni e applausi, tutto in un clima di allegria che non è svanito nei giorni successivi.

Nel pomeriggio, un’immensa gratitudine nel cuore per Don Bosco è ciò che ha mosso un gruppo di ragazzi da Novara a Torino-Valdocco per ascoltare le parole di Don Angel Fernandez Artime, il 10° successore del Santo a capo della Famiglia Salesiana.

Non il sogno di Don Bosco, il sogno che Dio ha sognato per Don Bosco

ha affermato don Artime –, anche perché un contadino, senza padre, maltrattato dai fratelli, senza soldi per poter cambiare la sua sorte, cosa poteva fare da solo?

Dio ha fatto nascere dalla più grande povertà uno dei più grandi fari dell’epoca moderna per tanti giovani senza famiglia e sicurezze. Gesù, infatti, entra lì dove ci riconosciamo poveri e bisognosi del suo amore travolgente, sognando con e per ciascuno di noi.

Il Rettor maggiore ha voluto sottolineare, nella sua omelia, la fede e il coraggio di Don Bosco, un uomo che si è fidato della proposta di Dio e l’ha fatta sua.

È proprio il fascino del sì generoso di Giovanni ad aver attirato a Valdocco una grande folla di giovani, che hanno riempito i cortili, le mense e i porticati della prima casa salesiana del mondo. Tutti si avvicinano come sconosciuti e, poi, si riconoscono uniti da un senso di appartenenza inspiegabile al solo sguardo umano.

Le cose grandi per nascere richiedono un sogno e un sognatore con il coraggio di ascoltare una voce che viene da dentro. Don Bosco fu prima di tutto questo, un uomo con un solo desiderio, quello di volerci “felici nel tempo e nell’eternità”.